Tor Pignattara: ritrovata borsa rapinata

Svolta nelle indagini, recuperata borsa con dentro 10 mila euro grazie al telefonino. Trovata anche una calibro 7.65, ma è dubbio si tratti della semiautomatica che uccise Zeng e la figlia



ROMA - Svolta nelle indagini sul duplice omicidio di Tor Pignattara: potrebbe essere l'arma del duplice omicidio di mercoledì la pistola ritrovata in una clinica a Roma. Si tratterebbe di una calibro 7,65 sequestrata dalla polizia nella notte di mercoledì - durante una delle perquisizioni disposte subito dopo la rapina - in una struttura sanitaria in zona Prenestina , dove è in cura un uomo agli arresti domiciliari, che è stato arrestato. Tuttavia, dopo un primo entusiasmo, gli inquirenti si mostrano ora prudenti: l'arma semiautomatica «potrebbe anche non avere nulla a che fare con il delitto», dicono in Questura.
EFFETTI PERSONALI - E' certo invece che venerdì mattina i carabinieri hanno ritrovato una borsa, rintracciata grazie alla presenza di un telefonino all'interno, sottratta durante la drammatica rapina di due giorni fa, nel corso della quale un negoziante 32enne Zeng Zhou e sua figlia Joy di 9 mesi erano stati barbaramente assassinati da almeno due banditi armati di pistola e taglierino. La borsa, che era stata sottratta alla famiglia cinese, potrebbe non essere quella della moglie della vittima - tuttora ricoverata all'ospedale San Giovanni per le ferite riportate durante l'agguato -, conterrebbe effetti personali e 10 mila euro. Il ritrovamento rende più vicina la cattura dei banditi.



DUBBI DEGLI INQUIRENTI - Al contempo gli inquirenti si trovano a dover risolvere altri dubbi. Se confermato, il ritrovamento dell'ingente somma di denaro porrebbe alcuni interrogativi. Perchè i banditi avrebbero abbandonato il bottino? Difficile ipotizzare che abbiano temuto che le banconote fossero segnate. Dunque potrebbe non trattarsi di una semplice rapina. Inoltre, la cifra ritrovata non corrisponde a quanto dichiarato dall'unica superstite della rapina: la madre della piccola Joy aveva detto inizialmente che la borsa era vuota. Altre fonti sostenevano contenesse solo 2 mila euro. E addosso al commerciante cinese ucciso con la figlia erano stati trovati - nelle tasche del giubbotto - 5 mila euro. Ma non è escluso che al momento della rapina ci fossero due borselli: uno in mano alla donna, l'altro appartenente all'uomo ucciso.


SCHIERAMENTO DI FORZE - Il borsello sarebbe stato rinvenuto in una zona non lontana dal luogo del delitto. I reperti, che sono stati sequestrati, sono ora all'esame del Ris dei carabinieri. Nel frattempo la polizia di Stato presidia il quartiere alla periferia sudest di Roma: altri 130 agenti messi a disposizione dal Viminale dopo il vertice di giovedì con il prefetto di Roma, si sono uniti alla caccia all'uomo condotta da tutte le forze dell'ordine.
IL RACCONTO DI LIYAN - La moglie e madre delle vittime è stata sentita nuovamente giovedì in ospedale: «Ho avuto la netta sensazione - ha spiegato Liyan, 27 anni, rimasta ferita dai fendenti scagliati dai banditi con un taglierino per strapparle la borsa con l’incasso del punto di «money transfer» gestito dal marito in via Tempesta - che qualcuno ci stesse seguendo. Per questo ho accelerato il passo. Mio marito teneva la bambina in braccio, in strada era tutto buio».



L'AGGUATO MORTALE - All'improvviso, davanti al portone di casa, la tragedia: «Sono arrivati quei due che ci sono saltati addosso: non ho capito più niente - ricorda Liyan -. Mi hanno strappato la borsa, mi sono girata verso Zeng e l'ho visto in ginocchio. La bimba era già per terra, credevo avesse sbattuto la testa». Liyan, trattenuta in osservazione al San Giovanni, non si è accorta che i rapinatori avevano sparato. Anzi, corsa dietro ai banditi per qualche decina di metri, poi è tornata indietro. Ha raccolto la piccola e, in trance, ha atteso i soccorsi in mezzo alla strada.
Fonte: Corriere - Redazione online